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sabato 6 marzo 2010

24/02/2010 - Platinì contro corruzione e combine: "Sto raccogliendo i frutti, sono soddisfatto"

- Il presidente dell'Uefa commenta la sospensione di alcuni arbitri sospettati di corruzione -


La lotta contro la corruzione e le combine intrapresa da Platinì da i primi frutti, rappresentati dalla squaliifica di alcuni arbitri.

"Ho promesso misure severe e radicali contro i colpevoli di corruzione o chi combina le partite. L'annuncio che le autorità disciplinari Uefa hanno recentemente squalificato due arbitri (di cui uno a vita), indagando su un terzo ed esonerandone un quarto, significa che queste parole si stanno concretizzando" - ha spiegato il presidente della Uefa.

"All'interno della Uefa sono in atto lavori considerevoli per individuare e punire chi combina gli incontri o è coinvolto nelle scommesse illegali, un fenomeno assolutamente negativo che rappresenta una minaccia seria e reale all'integrità del nostro sport - confida Platinì a 'Uefa.com'." La Uefa e il Comitato esecutivo Uefa continuano a ribadire che non ci sarà tolleranza verso i corrotti, e i fatti recenti lo dimostrano".

(tratto da http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2010/02/24/1805663/platin%C3%AC-contro-corruzione-e-combine-sto-raccogliendo-i )

23/02/2010 - L'ombra della corruzione investe il calcio cinese.

La Cina è il paese noto, suo malgrado, per i falsi d'autore, prodotti simili all'originale ma a basso costo; purtroppo qualcosa di simile sta avvenendo anche nel calcio cinese, certamente non della qualità e ai prezzi del calcio mondiale, ma con gli stessi problemi che hanno, nel corso del tempo, colpito il fenomeno calcio.
E' di questi giorni, infatti, notizia di uno scandalo legato al calcioscommesse che ha colpito il calcio mandarino ai suoi massimi livelli. E così due squadre della serie A cinese (Guangzhou Pharmaceutical e Chengdu Blades) sono state retrocesse in seconda divisione e un altro club (Qingdao Hailifeng) congelato a tempo indeterminato.
E non finisce qui: secondo un reportage giornalistico, la corruttela avrebbe investito anche la nazionale cinese; il tariffario sarebbe di 8.500 euro circa per una convocazione nella juniores e 10.500 euro circa per la nazionale maggiore. Il prezzo poi raddoppiava per le amichevoli internazionali.
Alla base di questo meccanismo ci sarebbe il dato che le presenze in nazionale aumentano valore e potere contrattuale dei calciatori.
Al momento i dirigenti federali cinesi hanno mantenuto assoluto silenzio sulla vicenda, al punto che anche le decisioni della commissione federale circa le penalizzazioni delle tre squadre dal nome irripetibile, non sono di fatto ancora ratificate.

(tratto da http://www.fantagazzetta.com/public/articoli/5925-l-ombra-della-corruzione-investe-il-calcio-cinese.asp )

20/01/2010 - Si riapre il caso POTENZA

- La Salernitana rischia 6 punti -


SALERNO. Stefano Palazzi ha già chiesto le condanne: radiazione per il Potenza, 6 punti di penalizzazione alla Salernitana. Va di corsa, il capo della Procura federale. Ha scelto la strada del processo per revocazione per punire i due club, già accusati e processati (nell’estate del 2008) per illecito sportivo, scampati alla tagliola sportiva solo perché dalla Disciplinare l’i llecito sportivo del club lucano fu derubricato in violazione dei comportamenti di lealtà e correttezza di club e tesserati.
Insieme alle notifiche alle parti del nuovo procedimento,Palazzi ha già consegnato alla Corte di giustizia federale anche le richieste di condanna. E’ nelle sue facoltà: entro trenta giorni dalla scoperta di "nuovi elementi" si può infatti chiedere il processo per revocazione.E perPalazzi gli atti della Dda lucana, avvalorati dalle decisioni del Gip diPotenza (ancora in carcere il patron del Potenza Postiglione e il dirigente Giuzio, già deferiti per illecito sportivo due anni fa) che accusano il club lucano di aver venduto la gara del 20 aprile del 2008 Potenza-Salernitana, "oggetto di una compravendita con un corrispettivo di 150mila euro consegnati dall’intermediario Evangelisti" (è scritto nell’o rdinanza), sono gli elementi nuovi destinati ad incidere stavolta pesantemente nel processo sportivo in attesa che si compia quello penale.
Due anni fa la Disciplinare scrisse che "seppur in presenza di atti teoricamente idonei a realizzare l’illecito sportivo, manca comunque la prova del dolo da parte del Postiglione e del Giuzio". Prove del dolo che per Palazzi invece adesso sarebbero inoppugnabili. Il Potenza è accusato di illecito sportivo diretto, la Salernitana per illecito presunto (non essendo stato identificato l’autore) e perché l’illecito sarebbe stato commesso a suo vantaggio (cui prodest): Palazzi ha chiesto per il Potenza la radiazione, per la Salernitana sei punti di pennalizzazione (poiché il procedimento si chiuderà prima del 30 giugno l’eventuale penalizzazione sarebbe applicata alla stagione attuale e dunque, vista la probabile retrocessione, andrebbe di lusso al club per il prossimo torneo). Il procuratore federale ha bruciato i tempi, a giorni sarà ufficializzata la data del dibattimento a Roma, fissato tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo.La scelta del processo per revocatoria comporta anche delle insidie sul piano procedurale, ma appariva la strada obbligata per il procuratore perché se avesse ricominciato dal primo grado sarebbe incorso nella pregiudiziale del ne bis in idem (non due volte per la medesima cosa) da parte delle difese. Che nel giorno del giudizio proveranno a sollevare l’e ccezione di inammissibilità. O meglio, la procedura riguarda ilPotenza (difeso dall’avvocato Chiacchio) perché la Salernitana (difesa da Amatucci) anche qui (come accaduto per la vicenda Cassino) è agganciata al destino di un’altra società.

(tratto da http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettaglio/si-riapre-il-caso-potenza-la-salernitana-rischia-sei-punti/1835054 )

2006 - CALCIOPOLI

- Juventus, Milan, Fiorentina, Lazio, Reggina ed Arezzo -


-Le accuse-


Le accuse
Le accuse rivolte ai molteplici imputati, tra cui spiccano i nomi di Luciano Moggi e Antonio Giraudo per la Juventus, del patron della Fiorentina Diego Della Valle e della Lazio Claudio Lotito, del presidente della Reggina Pasquale Foti, nonché dell'addetto agli arbitri Leonardo Meani per il Milan, spaziano dalla slealtà sportiva all'illecito sportivo, ambedue sanzionate dallo Statuto della FIGC. Coinvolti nello scandalo anche i due designatori arbitrali al tempo delle intercettazioni, cioè Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, e alcuni arbitri, soprattutto Massimo De Santis, che comunque era ritenuto un grande arbitro essendo stato designato per rappresentare l'Italia al Campionato mondiale di calcio 2006, ma anche Paolo Dondarini, Gianluca Paparesta, Paolo Bertini, Domenico Messina, Gianluca Rocchi, Paolo Tagliavento, Pasquale Rodomonti. Accusati gli stessi vertici della Federcalcio, in particolare Franco Carraro e Innocenzo Mazzini, e dell'AIA, come Tullio Lanese. In totale sono stati deferiti al giudice sportivo 22 personalità legate al mondo del calcio.

Secondo l'accusa i dirigenti di società coinvolti intrattenevano rapporti con i designatori arbitrali atti ad influenzare le designazioni per le partite delle proprie squadre in modo da ottenere arbitri considerati favorevoli. In questo erano spesso appoggiati o spalleggiati dagli esponenti della federazione coinvolti nell'inchiesta. Sempre secondo l'accusa era pratica comune inoltrare attraverso i designatori arbitrali o la federazione recriminazioni e velate minacce nei confronti degli arbitri considerati non favorevoli. Particolarmente difficile la situazione della squadra torinese, per cui è stata ipotizzata la presenza di una cupola, una sorta di sistema con cui Luciano Moggi riusciva a gestire le designazioni degli arbitri nelle diverse partite di campionato. Tra i numerosi contatti di Moggi si annoverano figure come Aldo Biscardi e Fabio Baldas (alcune telefonate evidenziano come Moggi abbia suggerito ad Aldo Biscardi l'interpretazione degli episodi mostrati dalla moviola durante Il processo di Biscardi), ma anche l'allora Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, (reo di aver richiesto, secondo le intercettazioni, favori arbitrali riguardanti la squadra del Sassari Torres, militante nel girone B della Serie C1). Nell'inchiesta vennero coinvolti oltre a Aldo Biscardi (La7) anche i giornalisti Tony Damascelli (Il Giornale), Guido D'Ubaldo (Corriere dello Sport), Franco Melli (Il Tempo e ospite a Il processo di Biscardi), Lamberto Sposini (TG5, ospite de Il processo di Biscardi), Ignazio Scardina (Rai Sport) e Ciro Venerato (Rai Sport). Ad eccezione di Ignazio Scardina, tutt'ora indagato per associazione a delinquere, la posizione degli altri cronisti sotto il profilo penale è stata archiviata nel 2007, anche se sono stati sospesi per qualche tempo dall'Ordine dei giornalisti a causa del loro comportamento scorretto (si facevano dire da Moggi cosa dire o non dire durante i programmi televisivi e cosa scrivere sui loro giornali).

Intervenuto in TV alla trasmissione Matrix, condotta da Enrico Mentana, Paolo Bergamo, uno dei due designatori arbitrali sotto inchiesta, ha affermato che le telefonate a lui ed al suo collega Pierluigi Pairetto da parte dei dirigenti delle diverse squadre erano molto frequenti. In particolare, ha dichiarato che riceveva spesso telefonate dai dirigenti dell'Inter, squadra a cui è stato assegnato successivamente lo Scudetto 2005-2006. Sempre nel corso dell'intervista, l'ex designatore, ha detto che durante la stagione calcistica 2003-2004 ha parlato più volte con l'allora allenatore della Roma, Fabio Capello, per concordare le designazioni delle gare dei giallorossi. La FIGC non ha considerato queste affermazioni valide perché venissero aperti nuovi filoni d'indagine, visto che non c'erano prove che potessero confermarle.

Il processo nell'ambito della giustizia sportiva si è svolto in tempi rapidi. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha richiesto durissime pene per gli imputati: dalla retrocessione alla revoca degli scudetti per le squadre coinvolte, dalla radiazione a ingenti multe per alcuni dirigenti. La sentenza arrivò nel giro di tre settimane e la paura che i tempi potessero prolungarsi (e quindi accavallarsi con l'inizio del campionato di calcio) a causa di ricorsi o appelli al TAR fu scongiurata dalla minaccia di un intervento della FIFA o della UEFA, che vietano espressamente un intervento statale negli affari sportivi.

Insistenti voci, nel corso dello svolgimento delle indagini, hanno avanzato il timore che la vittoria della Nazionale italiana al Campionato mondiale di calcio 2006 potesse insabbiare la vicenda, tuttavia è stato assicurato dallo stesso Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport Giovanna Melandri che questa ipotesi era da scartare. Non sono tuttavia mancate forze politiche, come UDEUR e Forza Italia, che abbiano avanzato la proposta di un' amnistia generale. L'unica società che ammise le proprie colpe fu la Juventus: durante il processo sportivo il legale della società, avv. Cesare Zaccone, chiese di patteggiare la pena, chidendo la retrocessione in Serie B con penalizzazione. Pochi mesi dopo lo stesso avvocato affermò davanti agli azionisti della società che erano stati commessi quattro illeciti sportivi in altrettante gare, e che se fossero state applicate le regole alla lettera la squadra sarebbe stata retrocessa in Serie C2.

-Le 39 partite sotto inchiesta-


Udinese-Brescia 1-2 (26 settembre 2004)
Arbitro Dattilo (ammonizione di Pinzi, Muntari e Di Michele, espulsione di Jankulovski), preludio a Udinese-Juventus del 3 ottobre successivo. Va però sottolineato che Pinzi, Muntari e Di Michele non erano diffidati e hanno dunque giocato regolarmente la successiva partita contro i bianconeri. Inoltre Pinzi è risultato essere il giocatore più ammonito della stagione (Campionato di serie A 2004-05), collezionando 13 cartellini gialli e 2 espulsioni in 30 partite. In questa speciale classifica il compagno di squadra Muntari si classifica all'ottavo posto, collezionando 14 cartellini gialli in 33 presenze. Jankulovsky venne invece espulso assieme al tecnico avversario De Biasi per reciproche scorrettezze, dopo che l'arbitro convalidò una rete ai bresciani, nonostante il portiere dell'Udinese fosse a terra in quel momento, rete che scatenò un acceso parapiglia che costò appunto il rosso al giocatore ceco e al tecnico del Brescia. Voto Gazzetta dello Sport per l'arbitro Dattilo: 4,5 Sbaglia a non fischiare il gioco pericoloso di Sculli su De Sanctis. Punisce solo Jankulovski nella rissa generale. Dopo non dà al Brescia un rigore per fallo su Domizzi. In Juventus-Palermo 1-1 (25 settembre 2006, preludio di Udinese-Juventus, furono ammoniti per i bianconeri Zambrotta e Blasi). Indagati Moggi, Giraudo e Dattilo

Siena-Juventus 0-3 (23 ottobre 2004)
Un ammonito per parte, Portanova per il Siena e Zebina per la Juventus. Voto Gazzetta dello Sport per l'arbitro Bertini: 6 Non incide anche se non entusiasma. Un' ammonizione contro la Juve non vista. Non ben coadiuvato dagli assistenti: fasulli un paio di fuorigioco segnalati. Arbitro Bertini per favorire la Juventus. Indagati Fabiani, Moggi e Bertini

Juventus-Chievo 3-0 (31 ottobre 2004)
Nessun ammonito. Voto Gazzetta dello Sport per l'arbitro Pieri: 6,5 Da solo sbaglia poco. Gli errori più evidenti, semmai, sono dei suoi assistenti su un paio di fuorigioco. Arbitro Pieri per favorire la Juventus. Indagati Moggi, Fabiani e Pieri

Messina-Reggina 2-1 (31 ottobre 2004)
Arbitro Racalbuto (ammonizione di Mesto), preludio a Reggina-Juventus 2-1 del 7 novembre 2004. Indagati Moggi e Racalbuto

Lecce-Juventus 0-1 (14 novembre 2004)
Designazione di De Santis, Griselli e Ceniccola. Indagati Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto, Lanese, De Santis, Griselli e Ceniccola

Messina-Fiorentina 1-1 (28 novembre 2004)
Per il raggiugimento di un risultato utile per il Messina. Indagati Fabiani, Moggi, Paparesta e Dattilo

Juventus-Lazio 2-1 (5 dicembre 2004)
Designazione di Dondarini, Baglioni e Alvino. Indagati Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto, Dondarini, Baglioni ed Alvino

Fiorentina-Bologna 1-0 (5 dicembre 2004)
Designazione arbitrale ed ammonizioni di Peruzzi e Nastase - già diffidati - in vista della gara con la Juventus. Indagati Moggi, De Santis, Bergamo e Pairetto

Reggina-Brescia 1-3 (5 dicembre 2004)
Indagati Bergamo, Foti e De Santis

Reggina-Cagliari 3-2 (12 dicembre 2004)
Indagati Foti, De Santis, Bergamo

Bologna-Juventus 0-1 (12 dicembre 2004)
Indagati Pieri, Moggi

Juventus-Milan 0-0 (18 dicembre 2004)
Per favorire la Juventus. Indagati Fabiani, Moggi e Bertini

Roma-Parma 5-1 (19 dicembre 2004)
Preludio a Parma-Juventus del 6 gennaio 2005 (ammonizioni di Contini e Pisanu). Per la quale sono indagati Moggi e Racalbuto

Reggina-Palermo 1-0 (6 gennaio 2005)
Indagati Bergamo, Foti e Pieri

Brescia-Bologna 1-1 (6 gennaio 2005)
In vista di Messina-Brescia 2-0 del 9 gennaio 2005 (ammonizioni di Guana e Mannini poi squalificati). Indagati Moggi, Fabiani e Paparesta

Cagliari-Juventus 1-1 (16 gennaio 2005)
Per favorire la Juventus. Indagati Moggi e Racalbuto

Messina-Parma 1-0 (23 gennaio 2005)
Indagati Moggi, Fabiani, Bertini, Dattilo

Udinese-Reggina 0-2 (23 gennaio 2005)
Indagati Bergamo, Foti, De Marco, Nicolai e Rossomando

Sampdoria-Siena 1-1 (30 gennaio 2005)
In vista di Juventus-Sampdoria del 2 febbraio 2005. Indagati Moggi, Fabiani, Paparesta

Juventus-Udinese 2-1 (13 febbraio 2005)
Indagati Moggi, Bergamo, Pairetto, Giraudo, Rodomonti, Gemignani e Foschetti

Siena-Messina 2-2 (13 febbraio 2005)
Indagati Fabiani, Moggi e Bertini

Sampdoria-Reggina 3-2 (20 febbraio 2005)
Indagati Bergamo, Foti e Niccolai

Palermo-Lecce 3-2 (20 febbraio 2005)
Ammonizione di Pinardi e Rullo in vista di Lecce-Messina 1-0 del 27 febbraio 2005. Indagati Moggi e De Santis

Chievo-Lazio 0-1 (20 febbraio 2005)
Indagati Carraro, Bergamo, Pairetto, Mazzini, Lotito e Rocchi

Lazio-Parma 2-0 (27 febbraio 2005)
Indagati Carraro, Bergamo, Pairetto, Mazzini, Lotito e Messina

Roma-Juventus 1-2 (5 marzo 2005)
Indagati Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto, Fabiani, Fazi, Racalbuto, Pisacreta, Ivaldi e Gabriele

Reggina-Messina 0-2 (13 marzo 2005)
Indagati Fabiani, Moggi e Ambrosino

Inter-Fiorentina 3-2 (20 marzo 2005)
Ammonizioni di Viali e Obodo in vista di Fiorentina-Juventus 3-3 del 9 aprile 2005. Indagati Fabiani e Bertini

Milan-Brescia 1-1 (9 aprile 2005)
Indagati Meani, Mazzei e Contini

Bologna-Lazio 1-2 (17 aprile 2005)
Indagati Lotito e Tagliavento

Siena-Milan 2-1 (17 aprile 2005)
Indagati Bergamo, Pairetto, Mazzei, Mazzini, Giraudo e Baglioni

Milan-Chievo 1-0 (20 aprile 2005)
Indagati Bergamo, Meani, Puglisi

Lazio-Juventus 0-1 (24 aprile 2005)
Indagati Fabiani, Moggi, Ambrosino

Chievo-Fiorentina 1-2 (8 maggio 2005)
Indagati Diego e Andrea Della Valle, Mencucci, Bergamo, Mazzini, Moggi e Dondarini

Livorno-Siena 3-6 (8 maggio 2005)
Indagato l'arbitro De Santis (espulsione ingiustificata di Galante per vendicarsi di Spinelli che aveva parlato di combriccola romana)

Arezzo-Salernitana 1-0 (14 maggio 2005)
Per favorire l'Arezzo. Indagati Mazzei e Titomanlio

Palermo-Reggina 1-1 (15 maggio 2005)
Indagati Bergamo, Foti e Pieri

Lazio-Fiorentina 1-1 (22 maggio 2005)
Indagato Diego Della Valle (contattato Lotito chiedendogli di accordarsi per l'1-1)

Lecce-Parma 3-3 (29 maggio 2005)
Indagati Diego e Andrea Della Valle, Mazzini, Moggi, De Santis e Griselli

-Le Sentenze-


Sentenza di Primo grado

Juventus: retrocessione in serie B con 17 punti di penalizzazione, revoca dello scudetto 2004-2005 e non assegnazione dello Scudetto 2005-2006; 120.000 euro di multa; tre giornate di squalifica del proprio campo[4]
Fiorentina: 30 punti di penalizzazione nel Campionato 2005-2006, 19 punti di penalizzazione nel Campionato 2006-2007; 100.000 euro di multa; tre giornate di squalifica del proprio campo.
Lazio: 30 punti di penalizzazione nel Campionato 2005-2006, 11 punti di penalizzazione nel Campionato 2006-2007; 100.000 euro di multa; due giornate di squalifica del proprio campo.
Milan: 30 punti di penalizzazione nel Campionato 2005-2006, 8 punti di penalizzazione nel Campionato 2006-2007; 100.000 euro di multa; una giornata di squalifica del proprio campo.
Reggina: 15 punti di penalizzazione nel Campionato 2006-2007; 100.000 euro di ammenda.
Arezzo: 6 punti di penalizzazione nel Campionato 2006-2007.

-Ricorsi-


Tutte le società a seguito della sentenza hanno annunciato ricorsi presso il CONI, prima Juventus e Lazio, poi Fiorentina e Milan: nessuna però ha raggiunto la conciliazione.

Milan e Fiorentina hanno accolto la proposta di creazione di un comitato d'arbitrato in ambito sportivo: in attesa che sia chiarita la controversia, la giustizia sportiva ha predisposto che fossero sospese le pene accessorie (multe e squalifiche del campo).

La dirigenza della Juventus aveva invece presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, pur rischiando con ciò sanzioni da parte della Federazione la quale vieta il ricorso alla giustizia ordinaria: la richiesta era la riassegnazione della Serie A (con penalizzazione massima -20) e la restituzione dei due scudetti revocati. Tale richiesta si basava sulla sproporzione tra la pena inflitta alla Juventus ed a quelle inflitte alle altre formazioni coinvolte, sproporzione che era quantificata dai legali della società da una valutazione del danno economico arrecato dalla retrocessione quantificata in 130 milioni di euro. Attraverso una lettera, Guido Rossi (commissario straordinario della FIGC) prendeva le distanze da quelle che erano le decisioni della società e ha annunciato, col CONI, una richiesta di risarcimento contro i bianconeri "per aver danneggiato l'immagine del calcio italiano". Dopo trattativa tra il CONI, la FIGC e la dirigenza juventina il Consiglio di Amministrazione della Juventus ha deciso di ritirare il ricorso inoltrato al TAR, evitando un possibile slittamento dell'inizio dei campionati di serie A e B, per cercare di ottenere anch'essa una riduzione della penalizzazione in sede di arbitrato sportivo. La retromarcia della dirigenza bianconera fu dovuta anche a causa della minaccia del presidente della FIFA Joseph Blatter di escludere da tutte le competizioni internazionali per club e per le Rappresentative nazionali l'intera Federazione italiana per cinque anni (i regolamenti internazionali prevedono che se una squadra fa ricorso ad un tribunale ordinario e la Federcalcio d'appartenenza non glielo impedisce l'intera Federazione è esclusa da tutte le competizioni estere.

-Sentenze definitive-


Juventus: Confermata la retrocessione in serie B con 9 punti di penalizzazione da scontare nel campionato 2006-2007 (invece dei 17 imposti dalla sentenza di 2° grado).
Fiorentina: 30 punti di penalizzazione da scontare nel campionato 2005-2006 (confermati), 15 punti di penalizzazione da scontare in serie A nel 2006-2007 (invece dei 19 precedenti).
Lazio: 30 punti di penalizzazione da scontare nel campionato 2005-2006 (confermati), 3 punti di penalizzazione da scontare in serie A nel 2006-2007 (invece degli 11 precedenti).
Milan: 30 punti di penalizzazione da scontare nel campionato 2005-2006 (confermati), 8 punti di penalizzazione da scontare in serie A nel 2006-2007 (confermati).
Reggina: 11 punti di penalizzazione da scontare nel campionato di serie A 2006-2007 (invece dei 15 precedenti) e 100.000 euro di ammenda (confermati).
Arezzo: 6 punti di penalizzazione da scontare nel campionato di serie B 2006-2007(confermati).

(tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Calciopoli)

2006 - L' AREZZO

- Arriva calciopoli -

Come un fulmine a ciel sereno, il 14 agosto 2006 viene appresa la notizia che il procuratore della FIGC Stefano Palazzi ha richiesto il deferimento della società amaranto a seguito di un'intercettazione telefonica relativa all'incontro di serie B 2004-05 Arezzo-Salernitana (giocata il 14 maggio 2005 e vinta dall'Arezzo 1-0 con rete di Gionatha Spinesi al 10'). Uno dei guardalinee di quella partita, Stefano Titomanlio, dichiarava nel colloquio telefonico a Leonardo Meani (addetto agli arbitri del Milan) di aver aiutato gli amaranto in un momento di maggior pressione dei campani. Palazzi chiede e ottiene così il deferimento dell'Arezzo per "presunta responsabilità in illecito", in quanto «non vi è fondato dubbio che la società Arezzo non fosse a conoscenza del tentativo di illecito posto in essere attraverso il tentativo di alterare il risultato di Arezzo-Salernitana». A tal proposito Palazzi chiede la retrocessione dell'Arezzo in Serie C1 con 3 punti di penalizzazione.

Tuttavia la sentenza emanata il 18 agosto 2006 dalla Commissione di Appello Federale è più lieve per l'Arezzo, confermandolo in Serie B, ma penalizzandolo in un primo momento di 9 punti nella classifica del campionato cadetto 2006-07. La società amaranto ricorre a quel punto in appello, riuscendo però ad ottenere solo una diminuzione dei punti di penalizzazione da 9 a 6.

(tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Arezzo_Calcio)

1999 - I sospetti su VENEZIA-BARI 2-1

- La partita sospetta -

Il procuratore federale archivia l' inchiesta sul 2 - 1 del 24 gennaio e sul chiacchierato gol di Tuta Venezia e Bari salvi: illecito non provato Porceddu chiude il caso: "Restano forti perplessita' , ma non possiamo dimostrare nulla" Soddisfatte le 2 societa' , proteste da Empoli: "Puniti per molto meno" Il caso e' chiuso.
Il procuratore federale Carlo Porceddu ha archiviato il caso Venezia - Bari (2 - 1, 24 gennaio), ritenendo che non vi siano elementi destinati ad autorizzare l' ipotesi di un illecito sportivo, cioe' di un accordo fra le squadre per pareggiare, poi saltato per il gol di Tuta.
La decisione appare sorprendente e inattesa.
Sorprendente perche' nemmeno i dirigenti delle due societa' , pur avendo ribadito in ogni occasione la regolarita' della partita, avevano osato immaginare che la vicenda sarebbe stata archiviata, prima ancora di iniziare il processo.
In occasione di Genoa - Inter 2 - 3 del 27 marzo ' 83, un caso al quale ci si era piu' volte riferiti, il processo era stato celebrato, anche se le societa' erano state assolte.
Inattesa, perche' da alcune dichiarazioni dell' avvocato Proceddu era apparsa evidente la volonta' del procuratore federale di procedere al deferimento delle due societa' , che poi avrebbero dovuto essere giudicate dalla Disciplinare ed eventualmente assolte.
Invece, in un comunicato diffuso dalla Federcalcio, Porceddu ha chiarito che "pur in presenza di indubbi margini di forti e serie perplessita", non e' possibile "ritenere per provato" che ci sia stato un accordo tra i giocatori durante l' incontro.
A scatenare le polemiche fu il gol del 2 - 1 segnato al 45' della ripresa dal brasiliano Tuta, entrato dodici minuti prima (per Recoba), che permise al Venezia di vincere.
Per il procuratore manca "il quadro indiziario di prove univoche, certe e concordanti circa la sussistenza di un presumibile accordo illecito posto in essere da calciatori delle due squadre nel corso della gara, poi non rispettato. Per cui la violazione globale del materiale raccolto deve risolversi con l' applicazione del principio del favor rei". Come dire: nel dubbio, niente processo.
Archiviati gli atti per il presunto illecito (art.22 comma 4, Codice di giustizia sportiva), Porceddu ha invece deferito tre giocatori del Bari (De Rosa, Spinesi e Innocenti), per la rissa nel sottopassaggio, a fine partita, per aver avuto una condotta non conforme ai principi di lealta' e di correttezza morale.
Decisive sono state le confessioni dei giocatori del Venezia (Maniero e Tuta) e del Bari (De Rosa, Spinesi, Innocenti, Mancini, Madsen e Indiveri), che hanno negato tutto.
Le testimonianze raccolte dagli inviati dell' Ufficio Indagini hanno pesato molto piu' delle interviste a Tuta dai contenuti che non hanno trovato riscontro oggettivo e delle immagini trasmesse in tv, che mettevano in luce almeno sette episodi poco chiari. E ha pesato anche la decisione della magistratura ordinaria di archiviare il caso.

Le reazioni.

Sereno il d.g. del Venezia, Marotta: "Eravamo fiduciosi; quindi siamo contenti perche' la giustizia, pur avendo fatto il suo corso, ha evidenziato che non c' erano elementi sufficienti per pensare ad un illecito".
Glaciale il commento del presidente del Bari, Vincenzo Matarrese: "Non abbiamo mai dubitato nel merito della vicenda; abbiamo tenuto un comportamento di attesa nel corso delle indagini nel rispetto degli organi competeneti. Ora manteniamo il nostro stile".
Furente il presidente dell' Empoli, Fabrizio Corsi (due punti di penalizzazione per la denuncia dell' arbitro Farina, prima di Samp - Empoli): "Noi siamo stati penalizzati per molto meno e senza prove". Ma Porceddu ha replicato: "Nel caso dell' Empoli c' era l' accusa esplicita dell' arbitro Farina".

(tratto da http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/26/Venezia_Bari_salvi_illecito_non_co_0_9902262604.shtml )

1997 - La penalizzazione dell' EMPOLI (-2)

- Empoli, basta solo un minuto per decidere -


Illecito sportivo. Ricorso respinto a tempo di record: il -2 in classifica ora è definitivo.

ROMA - Una manciata di secondi, poco più di un minuto per prendere una decisione pensantissima: respingere il ricorso dell'Empoli, confermare la penalizzazione di due punti inflitta alla società azzurra il 27 novembre scorso dalla Commissione disciplinare. Si è conclusa così, con un'amara sorpresa, la vicenda che dal 25 ottobre ha monopolizzato l'attenzione degli sportivi empolesi: il caso esplosa la mattina della gara Sampdoria-Empoli. L'arbitro Stefano Farina denunciò un tentativo di illecito perpetrato ai suoi danni da Lorenzo Repetto, sindaco di Castelletto d'Orba, in favore dell'Empoli. Ieri la Caf, come già aveva fatto la Commissione disciplinare, ha detto che sì, l'illecito c'è stato e che i dirigenti azzurri lo hanno ideato. Eppure restano tanti dubbi. Dubbi legati a un processo basato sul nulla, dove anche l'illecito è stato soltanto «intuito» dall'arbitro di Novi Ligure.
Ieri, a Roma, la Commissione d'Appello Federale ha ascoltato le arringhe del procuratore federale Porceddu, il grande accusatore, e dell'avvocato Cantamessa, legale dell'Empoli. Poi il collegio, presieduto da Giuseppe Volpari, si è riunito in camera di consiglio. Dopo appena 13 minuti la seduta era già sciolta, con 8 verdetti (tra i quali quello dell'Empoli) già stabiliti. Un po' poco, forse, per analizzare un caso così importante.
Nel corso della sua requisitoria Porceddu aveva confermato le accuse mosse in primo grado, dicendo che soltanto per il pronto rifiuto di Farina non si era arrivati al tentativo di corruzione. Il procuratore federale ha spiegato che Repetto e il presidente dell'Empoli, Corsi, erano in rapporti di affari e che il primo si era mosso su richiesta del dirigente. Porceddu ha anche ribadito che l'Empoli non ha fornito i tabulati telefonici richiesti, spiegando che in pratica i dirigenti si erano accusati da soli. Subito dopo Cantamessa ha cercato di smontare il castello accusatorio, mettendo in luce le incongruenze della prima sentenza. E' poi emerso che l'Empoli ha prodotto il tabulato telefonico del cellulare del presidente Corsi (nei giorni dal 21, data del sorteggio arbitrale, al 25 ottobre, data della gara), ma evidentemente non è bastato.
Alle 19,04, dopo il blitz in camera di consiglio del collegio giudicante, l'ufficio stampa della Figc ha reso nota la decisione: la Caf ha respinto il ricorso dell'Empoli confermando la sentenza di penalizzazione. Il presidente Corsi, presente a Roma con il direttore generale Lucchesi e l'amministratore delegato Ghelfi, ha commentato la sentenza con parole dure. «E' un momento di grande delusione - ha spiegato - non posso credere alla giustizia sportiva. La fiducia si guadagna e si perde con le esperienze di tutti i giorni, questa ci ha segnato e ha segnato tutta la città. Io credo che questa sentenza abbia voluto giustificare chi ha innescato tutto il meccanismo. Tutto il mondo del calcio ritiene che questo è servito a salvare la faccia di qualcuno. Non mi aspettavo questa sentenza perchè come società siamo stati assolti dall'opinione pubblica e dagli addetti ai lavori e neanche i vertici del calcio hanno mai creduto al nostro coinvolgimento. Questo sarebbe dovuta essere una consolazione, ma non è così. Questa sentenza offende il calcio».

(tratto da http://www.rangers.it/news/news1998-99A.html)

1993 - La (quasi) promozione del PERUGIA

- Il cavallo di Gaucci -


La vicenda è nota a tutti i tifosi, perugini e non. La partita incriminata fu Siracusa – Perugia.
Il Perugia secondo in classifica incontra fuori casa il Siracusa, invischiato pienamente nella lotta per non retrocedere. E’ il 25 aprile 1993 e la partita finisce in pareggio, 1 a 1, senza vinti né vincitori. Come noto il campionato si concluse con lo spareggio per la promozione vinto dal Perugia contro l’Acireale e il Siracusa retrocesso in C2.
Ma al termine dello spareggio cadde addosso al Perugia una brutta tegola.
Dalle indagini della CAF emerse che Luciano Gaucci, il giorno stesso della partita con i siciliani, tentò di corrompere l’arbitro Gianni Senzacqua, invitando a pranzo il suocero e regalandogli un cavallo. Le prove dell’illecito arrivarono dall’arbitro stesso, il quale, senza mezzi termini, descrisse personalmente il tentativo del presidente di corrompere il direttore di gara.
A nulla valse la dimostrazione della tesi difensiva del presidente, secondo il quale il cavallo non fu regalato, bensì regolarmente venduto, seppure ad un prezzo di favore.
Nell’occasione Gaucci si sentì pugnalato alle spalle dal sistema, e con lui l’intera città.

(tratto da http://www.perugia.com/pgcom_magazine/articolo-perugia-story-l-era-gaucci-l-arbitro-senz-acqua-da-siracusa.htm )

venerdì 5 marzo 2010

1987 - Caso EMPOLI

- 'SIAMO D' ACCORDO PER UN PAREGGIO' -


Repubblica — 18 giugno 1987 pagina 23 sezione: SPORT

TORINO (m.a.) - Luglio, mese di processi per il calcio. Dopo quello dell' anno scorso, quando sfilò davanti alla Disciplinare un bel gruppo di presidenti, manager, allenatori e calciatori, un nuovo processo si farà quest' anno, ai primi del mese. Questa volta non serviranno gli ampi saloni del "Quark Hotel", basterà una saletta perchè le squadre sono soltanto due: l' Empoli e la Triestina, come ci si attendeva dallo scorso novembre, quando una fuga di notizie portò alla conoscenza di due telefonate compromettenti, che la Procura di Trieste aveva inviato al sostituto procuratore di Torino, Giuseppe Marabotto, il magistrato che indaga sul Totonero. Con il tempo si conobbe nel dettaglio anche il contenuto delle conversazioni, che risalgono al 27 novembre e al 9 dicembre dell' 85. Giovanni Pinzani, a quel tempo presidente dell' Empoli, e il suo collega della Triestina, Raffaele De Riù, parlavano di una possibile spartizione di punti tra le loro squadre nel doppio confronto: il primo da giocare ad Empoli, il 1 dicembre, il secondo a Trieste, il 4 maggio dell' 86. Frasi inequivocabili, soprattutto alla luce delle spiegazioni fornite da Pinzani nell' interrogatorio davanti al p.m. triestino Olindo Drigani: "valutavamo il possibile atteggiamento delle rispettive squadre nell' incontro Empoli-Triestina della domenica successiva", "Il riferimento ai rispettivi direttori sportivi Bini e Piedimonte (che sono citati nelle telefonate, n.d.r.) sta a significare che l' eventuale contatto avrebbe dovuto intercorrere direttamente tra loro due", "Quando il De Riù mi dice: garantisco per il ritorno e "stai tranquillo" egli intende riferirsi alla partita del girone di ritorno" e così via, comprese le spiegazioni sulla seconda telefonata, quella in cui i due presidenti si interrogano su cosa può essere accaduto dal momento che il match non ha avuto l' esito sperato e l' Empoli lo ha vinto per 1-0, con tanti saluti all' accordo. Tra il testo delle telefonate e le ammissioni rese al magistrato di Trieste qualsiasi linea difensiva delle due società appare senza speranza adesso che il testo è diventato pubblico e l' Ufficio Indagini della Federcalcio se ne è appropriato. Da ieri infatti tutto il materiale è sul tavolo del dott. Consolato Labate, capo degli 007 federali, appena tornato da Palermo, dove ha affrontato quell' altro capitolo cristallino delle vicende pedatorie che è il "caso Matta". Finora Labate e i suoi collaboratori, tra i quali il magistrato torinese, Maurizio Laudi, avevano di Empoli-Triestina soltanto gli articoli apparsi sui giornali, con brani delle telefonate, e i verbali dell' interrogatorio di De Riù e Pinzani, i quali avevano negato ogni addebito agli inquirenti federali. A dar loro una mano, e qualcosa di più, è intervenuta la sentenza con la quale il capo dell' Ufficio Istruzione di Torino, Antonino Palaja, proscioglie Pinzani dall' accusa di "associazione per delinquere finalizzata all' organizzazione del Totonero". Il proscioglimento, che è scattato anche per alcuni calciatori coinvolti (Lorini, Massi, Cerilli, Chinellato, Ronco, Lopez, Cerone e Braghin), è rilevante sotto il profilo penale, ma per la giustizia sportiva è importante che Palaja abbia inserito nella sentenza i testi delle due telefonate e i brani dell' interrogatorio di Pinzani a Trieste: in questo modo importantissimi elementi di accusa sono stati sottratti al segreto istruttorio e ora gli inquirenti federali potranno usarli con pieno diritto. Anche la figura di Pinzani, nonostante il proscioglimento, non esce bene dalla vicenda. Il giudice torinese, come già Marabotto, lo descrive come uno scommettitore che investe nel Totonero "puntate per somme rilevanti in pronostici con risultati che Pinzani medesimo concorse a manovrare". Che succederà adesso? In pochi giorni l' inchiesta sarà chiusa, e si andrà al processo. Le sentenze della Caf, nell' agosto ' 86, hanno ingarbugliato ancora di più la situazione per quanto riguarda la condanna per gli illeciti, tentati o consumati. Empoli e Triestina potranno essere penalizzate per il prossimo campionato, se prevarrà il principio che i fatti accaduti nel campionato precedente non possono aver riflessi su quello appena concluso. E' accaduto al Cagliari l' anno scorso. Del resto le penalizzazioni, pur pesanti, di Lazio e Udinese, hanno introdotto il criterio per cui anche in casi molto gravi si può non essere retrocessi d' ufficio. C' è comunque una considerazione da fare: in questo caso si tratta di responsabilità diretta delle società, dal momento che il tentativo di "combine" è stato fatto dai presidenti. Inoltre le penalizzazioni hanno già dimostrato quali sconquassi possono creare in un campionato che risulta falsato in partenza. ORA RISCHIANO LA RETROCESSIONE PER Empoli e Triestina le speranze di evitare un processo sono davvero minime. Cosa rischiano? 1) Il processo davanti alla Disciplinare si terrà entro la prima metà di luglio. I precedenti dimostrano che quando si accerta una responsabilità diretta (non oggettiva) della società, questa viene punita con la retrocessione. Anche nell' ultimo scandalo, le società riconosciute direttamente responsabili sono state retrocesse, le altre penalizzate. In questo caso, l' Empoli scenderebbe in B (a vantaggio del Brescia, terz' ultimo classificato), la Triestina in C, (a vantaggio della squadra che si classificherà quart' ultima in B). 2) La Disciplinare e la Caf potrebbero anche optare per una penalizzazione (5 punti). La presunta combine, infatti, sarebbe stata concordata, non in questa stagione, ma un anno fa. Dunque non ha turbato in ogni caso la regolarità dell' ultimo campionato. 3) Per il presidente De Riù e l' ex Pinzani sono in arrivo pesanti squalifiche. Nel caso di Pinzani, l' inibizione varrà per il futuro.

(tratto da http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/18/siamo-accordo-per-un-pareggio.html )

- 1 agosto 1987 -

- UNA SENTENZA 'ANNUNCIATA' -

Repubblica — 01 agosto 1987 pagina 34 sezione: SPORT

ROMA - Empoli in A, Triestina in B; il verdetto della Caf ha confermato in pieno la sentenza di primo grado. Anzi, se possibile, l' ha scavalcata, assolvendo il general manager dell' Empoli, Silvano Bini, condannato in prima istanza a tre mesi di inibizione per omessa denuncia. Confermate invece le pene a carico dei due presidenti, De Riù e Pinzani - tre anni di inibizione - e dell' ex direttore sportivo della Triestina, Piedimonte, sospeso per tre mesi. La commissione d' appello si è riunita una manciata di minuti dopo la fine delle arringhe. In un primo tempo la sentenza era stata annunciata per questa mattina. Entrambi in camera di consiglio poco dopo le 19, i magistrati ne sono usciti un' ora e mezzo dopo. L' ex presidente della corte costituzionale, Livio Paladin, ha spiegato la sentenza: "Siamo fermamente dell' avviso che un reato non va qualificato per titolo formale, ma per l' oggettiva gravità. Si è trattato di un illecito tentato, senza alcuna conseguenza, come dimostra l' assoluzione di Bini. Non si tratta di una sentenza innovativa. Ci sono precedenti della stessa Caf riferiti alla sentenza dell' 80". Nella stessa riunione, la Caf ha ridotto da 3 a 2 i punti di penalizzazione del Fano. Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate a fine agosto. ROMA - Il dibattimento non aveva offerto grosse novità. Cinquantacinque minuti di esposizione dura, motivata, puntigliosa: un replay corposo dell' arringa sostenuta nel processo di primo grado. Corrado De Biase, procuratore federale, parla a raffica, incentrando sulle eccezioni preliminari due terzi abbondanti del tempo a sua disposizione. Un monologo di quasi un' ora, poi la chiave di volta: "Per quanto riguarda l' appello, ho solo due raccomandazioni da fare. La prima è più che altro una dichiarazione d' intenti: la procura federale rappresenta la Federazione. E la Federazione vuole rimanere neutrale di fronte a questo maxispareggio. La seconda raccomandazione è di riservare lo stesso trattamento alle due società. Altrimenti la gente penserebbe a un' ingiustizia". Facce stupite. Da quando un pubblico ministero ricorre in appello per rimettersi alle decisioni della corte? Strana udienza, quella di ieri, strano appuntamento per verificare la legittimità della sentenza di primo grado per il caso Empoli-Triestina. Una prima verifica senza soddisfazione: rispetto ai nomi diffusi nella serata di giovedì, dal collegio giudicante mancano Mario Daniele e Elio Lemmo. Il primo ha avuto un lutto familiare, il secondo semplicemente non c' è. lui, il professor Lemmo, lo stesso che l' anno scorso aveva a sua volta lamentato il decesso di un congiunto per ufficializzare un forfait dalla giuria della Caf. Lemmo e Squillante (che fa parte dell' attuale commissione) si erano dissociati apertamente, un passo prima della sentenza di secondo grado che cancellava la retrocessione di Udinese e Lazio, trasformandola in pesanti penalizzazioni. Solo un' impressione, certo: il vago incedere di De Biase, le occhiate deluse dei legali, il piccolo grande vuoto dei primi giorni senza l' efficiente padrinato di Carraro, l' ottimistica linea di tendenza sancita dal lavoro dei sette saggi. Il tutto sotto gli occhi placidi, il largo sorriso dell' avvocato Chiusano, difensore del presidente della Triestina, De Riù. "Non si possono impartire sentenze come se il codice fosse una tavola aritmetica... Comunque abbiamo sentito il sintetico appello del procuratore federale De Biase. Io non voglio interpretare le sue parole, ma mi sembra che abbia voluto farci capire qualcosa... Se il procuratore stesso non ritiene ingiusta la sanzione di primo grado...". Insomma, un vero elogio del pubblico ministero, compiuto dal legale della difesa. Davvero una interpretazione quanto meno sportiva dei rapporti all' interno di un contraddittorio... Nei corridoi, davanti alla sala, i commenti sarcastici degli avvocati: "Sentendo delle arringhe così, otto righe di appello, c' è da stare tranquilli per le sorti degli imputati... Un giudizio tecnico? Diciamo che si rimettono alle decisioni della corte i più pigri fra i pubblici ministeri". Un' udienza atipica, arrampicata sulle maglie strette delle eccezioni difensive, per buona parte della giornata. Dopo la vistosa marcia indietro di De Biase, quasi che da Milano a Roma l' accusa si fosse sbriciolata in poche frasi leggere, le solite eccezioni respinte. Il resto è nell' arringa accorta di Frigo, in quella mirata, tecnica, solo apparentemente bonaria, di Siniscalchi. Entrambi i legali, intenti a dimostrare l' inadeguatezza della pena rispetto alla gravità del reato: per entrambi, ovviamente, la richiesta di retrocessione delle due società. Per la difesa, Lozzi, legale della Triestina: "Se anche c' era un inizio d' illecito, è stata la società stessa (ovvero Piedimonte, l' uomo che non ha dato seguito alle equivoche richieste di De Riù ndr) a non permettere che venisse messo in atto...". Dopo gli elogi di Chiusano, anche il legale di Pinzani, Lastraioli, cita a suo favore le parole di De Biase: "Lo stesso procuratore federale ha rifiutato certe asserzioni dell' accusa...". Le richieste della difesa hanno avuto tutte il breve arco che decorre fra l' assoluzione e la conferma della pena di primo grado. Poi la sentenza.

(tratto da http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/08/01/una-sentenza-annunciata.html)

1986 - Il nuovo Calcio Scommesse in Italia

Dopo il 'Caso Padova' (vedi articolo corrispondente) riferito alla partita Padova-Taranto del 1985, in Italia scoppio un ben più grave e imbarazzante scandalo: quello del Calcio-scommesse. Furono coinvolte squadre blasonate di Serie A, B, C1 e C2, a dimostrazione che quella del gioco illegale era una pratica diventata ormai conseueta e tacitamente accettata in tutti i gradini del sistema calcio.

Il 2 maggio 1986 si costituiva e veniva arrestato Armando Carbone, braccio destro di Italo Allodi (a quell'epoca dirigente del Napoli). Carbone confessò l'esistenza di un giro di scommesse riguardanti alcune partite di calcio nei campionati professionistici, dalla Serie A fino alla Serie C2, dal 1984 al 1986.
Dario Maraschin, all'epoca Presidente del Lanerossi Vicenza, a sua volta confessò di aver versato 120 milioni di lire per vincere la partita contro l'Asti (già retrocesso al momento dell'illecito) e lo spareggio per l'accesso alla Serie B contro il Piacenza nel Campionato di Serie C1 1984-1985, ma di non aver truccato nessun incontro nel 1985-86 in Serie B. Spareggio che, per la cronaca, fu disputato a Firenze il 16 Maggio 1985, e che vide, appunto, i veneti vincere 3-1 dopo i tempi supplementari, dove il Piacenza si ammorbidì notevolmente dopo una partita ad altissimo ritmo.

In realtà vennero raccolte alcune intercettazioni telefoniche che dimostrarono il contrario, soprattutto negli incontri contro Monza e Perugia nel successivo campionato di B. Vennero deferite alla Procura Federale della FIGC le seguenti società: Bari*, Napoli*, Udinese (Serie A), Brescia*, Cagliari, Empoli*, Lazio, Monza*, Palermo, Perugia, Sambenedettese*, Triestina, Lanerossi Vicenza (Serie B), Cavese, Foggia, Reggiana*, Carrarese*, Salernitana* (Serie C1) e Pro Vercelli* (Serie C2).
Le squadre con l'asterisco vennero assolte poi successivamente dall'inchiesta.
Nel processo di primo grado l'Udinese venne retrocessa in B, e ovviamente il Vicenza non venne ammesso al Campionato di Serie A. Paradossalmente questa fu l'unica sanzione nei confronti dei bianco-rossi appena neo-promossi nella massima serie, mentre l'Udinese dovette ripartire da un -9 in classifica in Serie A che ne pregiudicò il campionato e la condanno alla retrocessione. Decine di giocatori, dirigenti e presidenti vennero inibiti e squalificati per anni.

(tratto da http://www.ultimathule.it/articolo/il-calcio-scommesse-del-1986.html )

- La sentenza -

Sentenza della C.A.F. (Corte d'Appello Federale) in riferimento allo "Scandalo scommesse".
Nell'estate del 1986 e' scoppiato il caso denominato "Totonero" che vide coinvolti squadre, Presidenti e giocatori.
A fine indagini e dopo le sentenza di primo grado da parte della Commissione Disciplinare la C.A.F. emano' questa sentenza irrevocabile:


LEGA NAZIONALE PROFESSIONISTI
(Campionati Nazionali - SERIE A e B)

- Perugia retrocessa dalla Serie B in Serie C/2 con 2 punti da scontare prossimo campionato.
- L.R. Vicenza non ammessa al campionato di Serie A 1986-87.
- Udinese e Lazio 9 pt di penalizzazionene rispettivi campionati di A e B 1986-87.
- Cagliari e Palermo 5 pt di penalizzazione in Serie B 1986-87.
- Triestina 5 pt di penalizzazione; 1 nel campionato 1985-86 e 4 in Serie B 1986-87.

(tratto da http://www.pianetarosanero.com/pianeta2009/lampo-sport/amarcord-rosanero/46-1986-sentenza-della-caf-qscandalo-scommesse-totoneroq- )

1985 - Il caso PADOVA

- L'antipasto di un nuovo filone di calcio-scommesse -



Il 13 maggio 1985 Giovanni Sgarbossa, giocatore del Taranto ed ex-Padova, si recò al suo paese natale, San Martino di Lupari (Pd), per votare alle elezioni amministrative. Qui incontrò il vicepresidente veneto Dino Zarpellon, che gli chiese se i tarantini li avessero aiutati a vincere e a salvarsi in caso di difficoltà. Sgarbossa rispose che prima ne doveva parlare con qualche suo compagno di squadra. In pratica, un approccio per mettersi d'accordo sull'esito della partita se i veneti non fossero stati ancora salvi matematicamente. Domenica 9 giugno 1985 si giocava la penultima giornata di campionato. Sgarbossa contatto il dirigente padovano, chiedendogli se fosse ancora valida la proposta del mese precedente. Questi gli rispose che sì, poteva ancora essere valida, ma che tutto sarebbe dipeso dall'eventuale esito della partita del pomeriggio. Il Padova pareggio in casa contro il Perugia, e dunque era ancora a rischio.

A una giornata dal termine del campionato, la parte bassa della classifica di Serie B vedeva coinvolte dieci squadre, oltre alle già retrocesse Parma e Taranto, appunto. Il Padova, per salvarsi, doveva necessariamente battere il Taranto. Vista la situazione di classifica e i numerosi scontri diretti, i due punti avrebbero, di fatto, salvato gli euganei:

Bologna 35 punti
Cesena 35
Monza 35
Sambenedettese 35
Arezzo 34
Campobasso 34
Catania 34
Cagliari 33
Padova 33
Varese 33
Parma 26 (già retrocesso in Serie C1)
Taranto 23 (già retrocesso in Serie C1)

Giovedì 13 giugno 1985 Sgarbossa disse a Zarpellon che aveva coinvolto nell'affare anche i suoi compagni di squadra Fabrizio Paese, Dino Bertazzon, Vito Chimenti e Angelo Frappampina. Il giorno seguente, Zarpellon e Sgarbossa s'incontrarono e il dirigente padovano consegno al calciatore tarantino un congruo anticipo di 50.000.000di Lire, assicurandogli che avrebbe dato il rimanente della cifra pattuita dopo il buon esito dell'incontro.

Domenica 16 Giugno si giocava l'ultima giornata di campionato.
Per Bologna e Cesena fu una pura formalità: pareggiarono 0-0 e portarono a casa il punto-salvezza.
Il Campobasso battè per 1-0 la forte Triestina, che aveva lottato per la promozione in Serie A, e raggiunse così le squadre emiliane a 36 punti.
La Sambenedettese arrivo pure a 36 dopo il 2-2 con il già retrocesso Parma, e il Monza si salvo con l'1-1 casalingo contro il Lecce già promosso in Serie A.
Il Cagliari, invece, non ando oltre lo 0-0 contro il Catania: salvezza per gli etnei e retrocessione per i sardi.
L'Arezzo si salvo andando a pareggiare 1-1 sul campo di un'altra promossa in A, il Pisa.
Il Varese, invece, perse per 1-0 a Perugia e quindi retrocesse.
Il Padova battè il Taranto, per 2-1, con reti di Sorbi e Da Re.

Di conseguenza, questa la classifica finale:

Bologna 36 punti
Cesena 36
Monza 36
Sambenedettese 36
Campobasso 36
Arezzo 35
Catania 35
Padova 35
Cagliari 34
Varese 33
Parma 26
Taranto 23

Alla luce di cio, retrocessero Cagliari, Varese, Parma e Taranto e Padova salvo.

Ma c'era un clamoroso retroscena: la domenica precedente, l'allenatore del Taranto, Angelo Becchetti, era stato esonerato. Pieno di rabbia in corpo per essere stato escluso dall'"affare", dopo l'incontro Becchetti denuncio l'illecito all'Ufficio Inchieste della Federcalcio, diretto dal dottor Corrado De Biase, che mise in contatto Becchetti con un suo uomo di fiducia, il sostituto procuratore Manin Carabba, che consiglio l'ex tecnico pugliese di fingere di stare al gioco. All'incontro con Sgarbossa si presento pure Carabba, il quale registrò tutta la conversazione. Ottenute le prove, l'Ufficio Indagini della Federcalcio convoco Sgarbossa a Coverciano: all'inizio, com'era prassi comune, il giocatore nego tutto poi, dopo che i giudici gli ebbero fatto ascoltare il nastro con incisa la registrazione fatta da Becchetti e la confessione di quest'ultimo, crollò. Come se non bastasse, c'era anche la testimonianza ufficiale di Manin Carabba, che li aveva visti al casello di Pesaro.

Sgarbossa, a questo punto, fece anche i nomi dei suoi complici, i quali non poterono fare altro che ammettere l'illecito, anche perchè le prove a loro carico erano talmente schiaccianti da non lasciare alcun margine di difesa ai loro legali. Ovviamente, il Padova fu retrocesso in C1 con ripescaggio del Cagliari. Fu uno scandalo enorme, seppur non delle proporzioni del Totonero di cinque anni prima, ma desto grande clamore e comunque scoppio solo perchè uno dei coinvolti (l'allenatore Becchetti) aveva parlato.


(tratto da http://www.ultimathule.it/articolo/1985-gli-avi-di-calciopoli.html )

23 marzo 1980 - Il calcio-scommesse in Italia.

Il giorno che il pallone andò in galera...


C'è una data e un'ora: le cin­que della sera di domenica 23 marzo 1980. Quel gior­no, in quel preciso momento, il calcio italiano - con le sue storie, i suoi ricordi, la sua retorica e i suoi campioni - fu sbattuto in ga­lera. Quando i carabinieri, alle cinque della sera, si presentarono nei principali stadi della Serie A per ammanettare - sì, amma­nettare - alcuni tra i più famosi calciatori di Serie A, fu chiaro a tutti che quello non era uno scan­dalo come gli altri. Era, per mol­ti italiani, la fine – dolorosa - di una passione: la scoperta di un tradimento. La conferma di un sospetto al quale noti si voleva credere: non si trattava più di una partita truccata, ma di un incredi­bile intreccio di combine che coinvolgeva mezza Serie A. Una farsa: ecco cos'era diventato il gioco che da ottant'anni riempi­va le domeniche degli italiani. Storie di Calcio • email info@storiedicalcio.itCattaneo (Avellino)Di Somma (Avellino)Savoldi (Bologna)Zinetti (Bologna)Wilson (Lazio)Albertosi (Milan)Rossi (Perugia)Girardi (Genoa)L'irruzione dei carabinieri negli stadi non fu un fulmine a ciel se­reno: tre settimane prima, il 1° marzo, la Procura della Repub­blica di Roma aveva messo a verbale la confessione fiume di Massimo Cruciani, l'uomo che aveva dato corpo a bisbiglìi sem­pre più inquietanti. Cruciani è un commerciante di frutta romano sull'orlo di una crisi di nervi (e del tracollo economico). Al ma­gistrato racconta che le sue di­sgrazie hanno avuto inizio quan­do tale Alvaro Trinca, proprieta­rio del ristorante Le Lampare, gli ha presentato alcuni dei suoi clienti eccellenti: i calciatori del­la Lazio Wilson, Manfredonia, Giordano e Cacciatori. Per Cruciani fu facile fare amicizia, anche a causa - confessa - «del mio interesse per il calcio e per le scommesse, clandestine e non, che ruotano intorno al mondo del pallone, i quattro giocatori, in proposito, mi dissero chiaramente che era possibile "trucca­re" i risultati delle partite, con il che, ovviamente, scommettendo nel sicuro. Accettai l'idea e deci­si di intraprendere una serie di attività di gioco d'accordo con ì suddetti giocatori e gli altri che, a volta a volta, come mi si disse, si sarebbero dichiarati disponì­bili». Il giochino è semplice: i calciatori prendono accordi con colleghi di altre squadre per ag­giustare la tal partita, Cruciani punta, anche per conto loro, una bella somma al totonero e alla fi­ne ci si spartisce il gruzzolo. Fa­cile, no?

Un gioco pericoloso
Eppure, il racconto di Cruciani prende subito una piega vaga­mente kafkiana: «Iniziò così, per me, una vera e propria odissea che mi ha praticamente ridotto sul lastrico ed esposto a una se­rie preoccupante di intimidazio­ni e minacce». Che cosa era successo? Che all'improvviso il complice era diventato la vitti­ma della cosca del pallone, re­stando intrappolato in una morsa sempre più asfissiante. «Presi contatti con il giocatore del Palermo Magherini per combinare il risultato della partita Taranto-Palermo», racconta Cruciani. Che viene pregato di giocare, per conto dello stesso Magherini, 10 milioni sul pari. Altri 10 milioni sono da girare a due giocatori del Taranto per "ratificare" l'accor­do. E siamo a meno 20. Poi i 160 milioni che Cruciani scommette per conto suo e di altri amici sul­la stessa partita. E se il pareggio sicuro non fosse poi così sconta­to? Infatti: «Contrariamente ai patti», sospira il povero Crucia­ni, «vinse il Palermo». E figurar­si se il gentleman Magherini rifonda l'amico dei 20 milioni anticipati. Risultato: meno 180. Per sdebitarsi, però, il giocatrore del Palermo offre un'altra dritta sicura: la vittoria del Vicenza sul Lecce abbinata a quella del Milan sulla Lazio.
Non c'è bisogno di andare oltre: Cruciani per rientrare continua ad anticipare i soldi delle puntate e le somme destinate alle squa­dre compiacenti, mentre il "giro" si allarga sempre di più. Ma ca­pita troppo spesso che qualcosa vada storto: il debito aumenta e, poiché i signori calciatori non hanno alcuna intenzione di met­tere mano al portafogli, si rende necessaria una nuova scommes­sa. Cosi via, finché il povero Cruciani - ormai rovinato da perdite di «centinaia e centinaia di milioni» e minacciato sempre più insistentemente dagli allibra­tori clandestini, fa l'unica cosa che gli è rimasta da fare: denun­ciare tutto all'autorità giudizia­ria.

Dal campo al carcere
Una volta che si è deciso al gran­de passo, l'esasperato commer­ciante non salva nessuno. È una bomba: tra le squadre coinvolte, ci sono anche Avellino, Ge­noa, Bologna, Juventus, Pe­rugia e Napo­li. Tra i gioca­tori, il fior fio­re della Serie A: Savoldi, Zinetti, Co­lomba, Dossena e Petrini del Bologna, Agostinelli e Damiani del Napoli, Paolo Rossi, Casarsa e Della Martira del Perugia, Gi­rardi del Ge­noa.S. Pellegrini (Bari)Colomba (Bologna)Cacciatori (Lazio)Garlaschelli (Lazio)G. Morini (Milan)Agostinelli (Napoli)Merlo (Lecce)Magherini (Palermo)La Galleria degli orrori: tutti coinvolti nel vortice del calcio-scommesseLa notizia è sconvolgente, ma subito c'è chi contrattac­ca: sarà poi tutto vero?
«Verissimo», ammette in una clamorosa intervista a Repubblica il giocatore della Lazio Montesi, che poi però, di fronte alla reazione isterica del cosid­detto entourage, si rimangia tut­to.
Anche Cruciani e Trinca (il ri­storatore) fanno incredibilmente marcia indietro, al punto che gli stessi avvocati, stizziti, li pianta­no in asso. Ormai però non è più possibile ritrattare: il 9 marzo Trinca viene arrestato con l'ac­cusa di truffa, tre giorni dopo si costituisce anche Cruciani verso il quale era stato spiccato un mandato di cattura. Intanto tutti i calciatori chiamati in causa dalla prima confessione del commer­ciante vengono raggiunti da un ordine di comparizione. È in questo frangente che si colloca l'incredibile domenica delle manette. All'Adriatico di Pesca­ra, la Lazio ha appena perso 2-0, quando all'uscita degli spogliatoi vengono arrestati in un colpo so­lo Cacciatori, Wilson, Giorda­no e Manfredonia. Nello stesso momento a San Siro, dopo Milan-Torino, vengono bloccati Albertosi e Giorgio Morini, men­tre a Roma analogo destino tocca ai perugini Della Martira, Zec­chini e Casarsa. Insieme a loro, finiscono a Regina Coeli Pelle­grini dell'Avellino, Magherini del Palermo, Merlo del Lecce e Girardi del Genoa. E sono tan­tissimi i giocatori invitati a pre­sentarsi per accertamenti: tra questi, Paolo Rossi, Dossena, Savoldi e Damiani.
È il crepuscolo degli dei, l'opi­nione pubblica è attonita, la Na­zionale (che sta preparando gli Europei di Roma) mutilata: pro­prio Rossi e Giordano avrebbero dovuto essere i cardini dell'attac­co azzurro.Le sentenze
Le inchieste - della magistratura ordinaria e di quella sportiva - sono lunghissime.
La prima sen­tenza definitiva è quella della CAF, che retrocede in Serie B il Milan e la Lazio e penalizza di cinque punti per il campionato successivo Avellino, Bologna e Perugia. Severe le squalifiche: il presidente del Milan, Felice Co­lombo, è inibito a vita, quello del Bologna, Tommaso Fabbretti, per un anno. E i giocatori?
Sei anni di squalifica per Pellegrini, cinque per Cacciatori e Della Martira, quattro per Albertosi, tre e mezzo per Petrini, Savoldi, Giordano e Manfredonia, tre per Wilson e Zecchini, due per Paolo Rossi.
E poi un anno e due mesi per Cordova, un anno per Morini, sei mesi per Chiodi, cinque per Negrisolo, quattro per Montesi, tre per Damiani e Colomba. Un'ecatombe, che fa il vuoto non solo in campo, ma anche e soprattutto sugli spalti. Il calcio perde di colpo la sua - già com­promessa - credibilità e solo la vittoria degli azzurri ai Mondiali spagnoli dell'82 riporterà l'entu­siasmo negli stadi. E la sentenza della magistratura odinaria? Arriva a dicembre inol­trato ed è per certi versi sorpren­dente: tutti i giocatori implicati nella vicenda vengono assolti «perché il fatto non sussiste». Solo una delle persone coinvolte nell'intrigo viene condannata (a una pena pecuniaria): Cruciani. E il cerchio si chiude...

(tratto da http://www.storiedicalcio.altervista.org/calcioscommesse_80.html )

Il caso GENOA (2005 - Serie B - Italia)

Partendo più da lontano, ecco il caso del Genoa che nalla stagione 2004-2005 dopo una lunga cavalcata trionfalo verso la serie A, incappò in un grave "incidente di percorso" che le costò non solo la promozione nella massima serie, ma addirittura la retrocessione in serie C1.


- Ecco la telefonata che mette nei guai il Genoa -



GENOVA - Sabato undici giugno, sul campo di Marassi il Genoa affronta il Venezia nella partita decisiva per la promozione in serie A.
Mentre i tifosi rossoblù aspettano con il cuore in gola il risultato che dopo dieci anni consentirà finalmente di festeggiare, c' è qualcun altro che attende risultati e conferme di tutt' altro tipo.
I telefoni cellulari del presidente del Genoa Enrico Preziosi, del figlio Matteo e del direttore generale Stefano Capozucca, sono intercettati.
Gli investigatori, che da due mesi emezzo erano sulle piste di un giro di calcioscommesse, hanno scoperto un filone che li ha portati dritti al Genoa e dritti a quella partita che sospettano comprata. Adesso aspettano che qualcuno si tradisca. Che qualcuno parli troppo.
Sull' altro fronte sono intercettati i telefoni di Pino Pagliara, general manager del Venezia, dell' ex presidente Francesco DalCin e del figlio Michele.

Il Venezia segna il primo gol, Gonzalo Miguel Vicente gela i tifosi e subito scatta da uno dei cellulari dei genoani intercettati una telefonata allarmata: « Ma che c... sta succedendo? - dice il dirigente al suo interlocutore stupito a sua volta - Cosa stanno facendo quelli? Ci hanno fatto gol! Sono pazzi. Ci hanno fatto gol per errore! » .

La conversazione continua, una manciata di secondi fra lo stupito e l' incazzato, ma è soprattutto quell' espressione « ci hanno fatto gol per errore » che convince i sostituti procuratori Alberto Lari e Giovanni Arena ad avere messo le mani su un tassello importante dell' accusa.
Soprattutto questa telefonata avrebbero contestato a Preziosi padre e figlio e a Capozucca lunedì scorso, ma i tre indagati per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e l' intercettazione è rimasta nel cassetto.

Così come l' altra telefonata pericolosa tra Pino Pagliara e Matteo Preziosi: quest' ultimo invita il general manager dei lagunari a Cogliate: « Vieni a Milano e aggiustiamo tutto ».

E martedì quattordici giugno, alle otto e mezza, Pagliara viene fermato dai carabinieri di Monza per un « controllo » davanti alla fabbrica di Preziosi; nella sua auto una valigetta con 250 mila euro in contanti. « L' anticipo per la vendita del nostro difensore Maldonado » spiega il tecnico e mostra un contratto di 450 mila euro.
La valigetta, ma soprattutto la telefonata intercettata durante la gara ( e non sarebbe neanche la sola), rende sicuri i magistrati genovesi: il Genoa ha comprato e il Venezia ha venduto.
La trascrizione della intercettazione della telefonata partita dalla tribuna è stata visionata insieme a una buona tranche di altre intercettazioni dal capo dell' Ufficio Indagini della Federcalcio, il generale della Guardia di Finanza Italo Pappa, ieri pomeriggio a Palazzo di Giustizia al termine di una giornata campale sia per il Genoa che per i magistrati.
Il generale Pappa, arrivato nella mattinata, aveva cercato di seminare i giornalisti, ultimo depistaggio un comunicato stampa alle 13.30 per dire che, sì, giustizia penale e giustizia sportiva avevano espresso « la volontà di collaborare » e che la richiesta ufficiale di avere gli atti era stata presentata dal generale alla Procura, la quale si riservava la risposta « in tempi brevi » . Poi, mentre tutti pensavano Pappa in partenza per Roma, il capo dell' Ufficio Indagini si blindava in Procura a prendere un primo contatto con gli atti dell' inchiesta.

Nelle stesso ore, al campo d' allenamento del Genoa, un nerissimo Enrico Preziosi presentava il nuovo allenatore Francesco Guidolin, che si è trovato a rispondere anche a domande sulla possibile penalizzazione della squadra. « Non ci sono clausole nel mio contratto - ha detto Guidolin - legate a questa situazione. Io sono qui, non mi importa altro » .
Ma nubi sempre più nere si addensano sul Genoa: sarebbero addirittura cinque, infatti, le partite che i magistrati potrebberomettere sotto accusa, gli ultimi cinque match disputati dai rossoblù con Cesena, Catanzaro, Empoli, Piacenza ( con quest' ultima squadra l' approccio per la combine sarebbe fallito), infine Venezia. Per questo motivo la Procura ha contestato a Enrico e Matteo Preziosi e a Capozucca il reato di associazione a delinquere: la « procedura » per « comprare » la promozione sarebbe scattata almeno cinque volte. E pensare che proprio ieri l' arcivescovo di Genova cardinale Tarcisio Bertone ha detto: « I tifosi hanno diritto a un Genoa pulito » .

IPOTESI DI ILLECITO UNA VICENDA NATA 13 GIORNI FA

Il caso Genoa Venezia, nato l' 11 giugno, da ieri è all' esame dell' Ufficio Indagini della Figc

10 giugno Le microspie in albergo Gli inquirenti sistemano microspie nelle camere dell' albergo che ospita i giocatori del Venezia, prima della partita di sabato 11 giugno in casa del Genoa, decisiva per la promozione dei rossoblù.
Il Genoa vince 3-2 e torna in serie A. Sulla base delle prime risultanze, vengono interrogati sei giocatori del Venezia: Lajsal, Borgobello, Oliveira, Vicente, Savino ed Esposito.

14 giugno Il blitz dei carabinieri Pino Pagliara, dipendente del Venezia, viene fermato dai carabinieri all' uscita dal quartier generale del presidente genoano, Preziosi, a Cogliate. Dentro la valigetta ci sono 250 mila euro in contanti. Pagliara spiega che si tratta dell' acconto per la cessione di Maldonado al Genoa. La somma viene sequestrata. Il giorno dopo, la Procura di Genova apre un fascicolo

20 giugno Vengono indagati in sei: Enrico Preziosi, il figlio Matteo e il d. g. del Genoa, Capozucca; l' ex amministratore unico del Venezia Franco Dal Cin, il figlio Michele, ex d. g. e Pagliara, tutti per associazione a delinquere per frode sportiva. Negli interrogatori di lunedì, i sei indagati si avvalgono della facoltà di non rispondere davanti ai due pm Alberto Lari e Giovanni Arena.

23 giugno Interrogatori e silenzio Si muove la Federcalcio Ieri si è mosso il generale Italo Pappa, capo dell' Ufficio Indagini della Figc, accompagnato dal suo vice Squicquero e dall' avvocato Pinna. I tre hanno incontrato gli inquirenti penali, che hanno messo a disposizione della Federcalcio una parte consistente dei documenti raccolti, in particolare quelli non più coperti da esigenze istruttorie. La posizione dei rossoblù si fa delicata.

INTERCETTAZIONE/ 1 Ma che c... sta succedendo? Cosa stanno facendo quelli? Ci hanno fatto gol! Sono pazzi. Ci hanno fatto gol per errore! Enrico Preziosi INTERCETTAZIONE/ 2 Vieni a Milano che aggiustiamo tutto E martedì 14 Pagliara (foto) viene fermato con 250 mila euro in macchina Matteo Preziosi

(tratto da http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/24/Ecco_telefonata_che_mette_nei_co_8_050624053.shtml)


Ed ecco invece l'epilogo di questa triste storia, in una calda giornata di fine luglio del 2005:

- Genoa in C1, Messina in B: proteste e incidenti -


Stangata della Commissione Disciplinare della Lega Calcio per la presunta combine Genoa-Venezia. Il Genoa ripartirà dalla C1 con un -3 in classifica. Il presidente Preziosi si dimette. I tifosi scendono in piazza e minacciano violenze.
Il Messina va in B: incidenti.

(tratto da http://archiviostorico.corriere.it/2005/luglio/28/Genoa_Messina_proteste_incidenti_co_8_050728009.shtml)

24/02/2010 - Calcio: partite truccate, arbitro bosniaco radiato a vita

- Alcuni provvedimenti -


NYON (Svizzera) - L'Uefa ha radiato a vita Novo Panic. L'arbitro bosniaco e' coinvolto nello scandalo del giro di scommesse e partite truccate in Europa. Squalificato fino al 30 giugno 2011, invece, l'assistente croato Tomislav Setka. Sospeso a scopo cautelativo per 30 giorni, invece, l'arbitro ucraino Oleg Oriekhov. (RCD)

(tratto da http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Sport/Calcio-partite-truccate-arbitro-bosniaco-radiato-vita/24-02-2010/1-A_000085279.shtml)

20/11/2009 - Calcio, 200 partite truccate in Europa

- Ecco l'inizio -


Il peggior scandalo che abbia mai coinvolto il calcio europeo. Così il responsabile dei servizi disciplinari dell'Uefa Peter Limacher ha definito il giro di partite truccate di Champions ed Europa League sul quale sta indagando la magistratura tedesca. La polizia ha effettuato ieri 50 perquisizioni in Germania, Gran Bretagna, Svizzera ed Austria, arrestando 17 persone, 15 in Germania e due in Svizzera, e sequestrando oltre un milione di euro in contanti.

Fra le partite sospettate ci sono almeno tre incontri di Champions League e 12 di Europa League, la ex Coppa Uefa, un match di qualificazione agli Europei under 21 e quattro della seconda divisione tedesca. Sotto indagine risultano circa 200 persone, sospettate di aver truccato le partite e di aver incassato soldi dalle scommesse piazzate in Europa e Asia. I magistrati ritengono che il giro abbia coinvolto anche giocatori, allenatori, arbitri ed ufficiali di gara, ai quali sono state offerte mazzette.
Due degli arrestati sono volti noti alla polizia tedesca.
Si tratta di Ante e Milan Sapina, due fratelli croati che risiedono a Berlino, già al centro dello scandalo che aveva travolto il mondo del calcio in Germania nel 2004, quando un arbitro, Robert Hoyzer, era stato condannato a due anni e cinque mesi di carcere, dopo aver ammesso di aver ricevuto almeno 70 mila euro ed un televisore al plasma offerti dalla mafia croata per condizionare le partite.

«Finora ci sono circa 200 partite sospette», ha detto un portavoce della Procura di Bochum durante una conferenza stampa, spiegando che l'inchiesta è cominciata nove mesi fa.
La Uefa è «profondamente turbata dalla portata» del caso, ha detto da parte sua il portavoce dell'associazione, Peter Limacher, secondo il quale si tratta del più grande scandalo di questo tipo mai visto nel mondo del calcio.
Finora, gli inquirenti hanno scoperto che le partite truccate sono state giocate - almeno a partire dall'inizio di quest'anno - in nove paesi europei. In Germania, le partite sotto accusa in nove paesi europei. In Germania, le partite sotto accusa sono 32: quattro di serie 'B', tre di serie 'C', 18 giocate tra squadre regionali, cinque di quinta divisione ('Oberligà) e due di Under-19. In Germania, nessuna partita di serie 'À è sotto inchiesta, ma a livello Ue ci sono tre Champions League e 12 di Europa League.
Dato che l'inchiesta è ancora in corso, la Procura non ha nominato alcuna squadra. Per quanto riguarda la Germania, scrive oggi il quotidiano Neuen Osnabruecker Zeitung, ci sarebbero sospette su alcune partite giocate dal VfL Osnabrueck (serie B).
Sempre secondo il giornale, un uomo di 34 anni avrebbe truccato due partite durante la scorsa stagione con l'auto di calciatori della squadra.
L'organizzazione criminale, secondo la stampa, avrebbe pagato non solo i giocatori, ma anche gli allenatori e gli arbitri per cercare di influenzare il risultato delle partite.

(tratto da http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Sport/2009/11/scandalo-calcio-europa.shtml?uuid=d36224c0-d5e8-11de-9e90-c4c9d04cccfb&DocRulesView=Libero )

25/11/2009 - Calcio scommesse: 5 squadre e 7 partite di Champions “sospette”

- Champions League e Europa League -



Approfondimento rispetto a quanto sotto già riportato, riferito all'inchiesta tedesca.

Sono almeno sette le partite dei turni preliminari di Champions League 2009 e di Europa League coinvolte nello scandalo del calcio scommesse: lo scandalo è scoppiato in Germania e l’inchiesta è condotta dalla Procura di Bochum.
Fonti vicine all’Uefa riferiscono anche i nomi di cinque squadre considerate “sospette”: il KF Tirana e il KS Vilaznja (Albania), il Dinaburg (Lettonia), il Lubiana (Slovenia) e l’Honved Budapest (Ungheria).
La vicenda delle partite truccate nelle Coppe europee era stata aperta dalla procura di Bochum, che venerdì scorso aveva parlato di tre partite dei preliminari Champions coinvolte.
Ma ora da fonti Uefa emerge che gli incontri al centro dei sospetti e delle attenzioni degli inquirenti sarebbero molto più di tre.
Secondo la confederazione europea del calcio, il giro di scommesse illegali su partite di calcio smantellato la settimana scorsa, dai campionati nazionali ai tornei internazionali passando per i settori giovanili, riguarderebbe ben 200 incontri l’anno in tutta Europa, per un volume d’affari di decine di milioni di euro.
Al momento, sono sette gli incontri sui quali le indagini sono dichiarate. Sono il secondo turno preliminare di Champions del 21 luglio tra Staebek IF e KF Tirana, una delle sette squadre sospette; e poi in Europa League Bnei Yehuda Tel Aviv-FC Dinaburg all’andata e al ritorno; KS Villaznia-Rapid Vienna all’andata e al ritorno; Lubiana-Metalurg Donetsk; e infine Fenerbahce-Honved Budapest.

(tratto dal sito http://www.blitzquotidiano.it/sport/calcio-scommesse-5-squadre-e-7-partite-di-champions-sospette-159155/ )

24/05/2009 - CHIEVO-BOLOGNA 0-0 (Serie A - Italia)

- Un altro sospetto -


Nel campionato passato (2008-2009) ci fu un caso sospetto riguardo alla partita Chievo-Bologna.
Infatti il sabato precedente all'incontro si pubblicava quanto segue:


La partita di domenica Chievo - Bologna si gioca a soli due turni dalla fine del campionato, ed è alto il sospetto di possibili combine: ad entrambe le squadre fa comodo un pareggio, e la maggior parte dei bookies ha atteso gli ultimi momenti per aprire le scommesse.
Al Chievo basta un punto per la salvezza, e al Bologna il pari fa comodo, guardando ai concorrenti nella lotta retrocessione del Torino, impegnati nell’ultima giornata a Roma, che invece deve raccogliere i tre punti della vittoria. Dunque, le quote per il pareggio sono davvero basse.
Chievo Verona - Bologna: 1 (3,10 Eurobet, 3,65 Unibet) 2 (6,50 Betway, 7 BetFair) x (1,45 Expect, 1,55 Betway)

(tratto dal sito http://www.betsblog.it/post/906/scommesse-sospette-per-chievo-bologna-di-domenica-24-maggio)

Come finì la partita?
Troppo facile a dirsi, 0-0, come spiega il commento seguente:


Il Chievo rimane in serie A, il Bologna se la giocherà fino all’ultimo, e se batte il Catania è salvo. È quanto certifica lo 0-0 del Bentegodi, risultato che premia da subito gli scaligeri, che coronano una rincorsa che a fine girone d’andata sembrava impossibile. Grandi meriti per la truppa di Di Carlo, squadra che gioca bene e senza paura; ma il Bologna, visto il clamoroso 3-2 del Genoa a Torino, adesso ha in mano il proprio destino, come si vede dai festeggiamenti a fine partita. Un pomeriggio di emozioni incredibili, vissute più a Torino che a Verona, dove si sono viste in realtà pochissime occasioni.

(tratto dal sito http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2009/05/25/UD_06_SPF5.html)

20/11/2009 - Scommesse e partite truccate,sospetti su 3 match di Champions

- Duecento sfide sotto inchiesta, tra queste 12 di Europa League. E una dei mondiali 2006 con il Brasile -


Questo è uno degli articoli più interessanti perchè dopo più di un anno dall'uscita del libro di Declan Hill, sono usciti fuori proprio indagini su quegli elementi che venivano trattati e denunciati nel libro, proprio il Brasile-Ghana a cui tanta attenzione aveva dedicato Hill.

FRANCOFORTE - Una rete internazionale di scommesse e di corruzione nel calcio: l'indagine della magistratura tedesca punta in alto. Nel mirino degli inquirenti ci sono infatti anche tre partite di Champions League disputate quest'anno (non è chiaro se si tratti di turni preliminari o di match disputati durante i gironi ancora in corso). Non solo: i match sospetti sarebbero in tutto 200, 12 dei quali di Europa League. Ma anche una sfida dei Mondiali 2006 con il Brasile. Lo hanno fatto sapere gli inquirenti nel corso di una conferenza stampa. L'indagine, avviata all'inizio dell'anno dalla procura di Bochum, ha portato nel frattempo a 15 perquisizioni in Germania, Svizzera e Gran Bretagna e all'arresto di 17 persone, 15 in Germania e due in Svizzera. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati documenti, denaro in contanti e valori.

PARTITE SOSPETTE - Secondo gli organi d'informazione tedeschi, anche Brasile-Ghana dei Mondiali 2006 sarebbe stata «fissata» nell'esatto risultato tra un ex nazionale della squadra africana e un'agenzia di scommesse di Bangkok. Tra le partite sospette, 32 sono state disputate in Germania: quattro match di seconda divisione, tre di terza e oltre 20 dei campionati minori (nessuna di Bundesliga, comunque). Nel mirino ci sono anche alcune partite di prima divisione che si sono giocate in Croazia, Slovenia, Ungheria, Austria e Turchia e altre delle serie minori in Svizzera e Belgio.

UEFA - L'indagine su quello che il rappresentante dell'Uefa Peter Limacher ha definito il più grande scandalo scommesse di sempre riguarda solo partite giocate nel 2009. «Noi dell'Uefa siamo sconvolti dalla portata di tutto ciò», ha detto Limacher. Nel 2005 il campionato tedesco, la Bundesliga, fu già sconvolto da uno scandalo scommesse che vide coinvolto, tra gli altri, anche l'arbitro Robert Hoyzer, condannato a due anni e cinque mesi di carcere per aver alterato alcune partite.

21/11/2009 - Germania Partite truccate 15 arresti 200 sfide sospette

- Berlino -


Uno scandalo senza precedenti nel mondo del calcio ha portato all’arresto di quindici persone in Germania e due in Svizzera, nell’ambito di un’inchiesta su un giro di scommesse illegali legato a una serie di partite truccate in una decina di Stati d’Europa, tra i quali per ora non figura l’Italia. Le scommesse sulle partite truccate, piazzate in vari Paesi d’Europa, avrebbero fruttato almeno dieci milioni di euro. Oltre che in Germania perquisizioni sono avvenute in Austria, Svizzera e Gran Bretagna. In tutto sono 200 le partite sospette e forse truccate in nove paesi Ue (oltre 30 solo in Germania). L’inchiesta, cominciata nove mesi fa, è tuttora in corso.

(dal sito http://www.ilgiornale.it/sport/germania_partite_truccate_15_arresti_200_sfide_sospette/21-11-2009/articolo-id=400727-page=0-comments=1)

30/11/2009 - TORINO - CROTONE 1-2 (Serie B - Italia)

- Torino, una crisi annunciata? -



Inizio stagione calcistica 2009-2010, dopo un esordio scoppiettante, il Torino comincia ad accusare i primi cedimenti.
In mezzo al marasma generale, si inserisce anche questo preoccupante aspetto inquietante.


Bufera in casa granata: il Ds Rino Foschi si dimette senza motivo "motivi personali recita uno scarno comunicato della società) e si chiude nel silenzio. Tutto ciò mentre la squadra continua a non convincere in un torneo di Serie B dove avrebbe dovuto dominare e soprattutto mentre si cominciano a delineare voci inquietanti su gare "truccate". La partita di novembre persa in casa con il Crotone è sotto la lente d'ingrandimento della Figc e si parla già di tre o sei gio­catori del Torino come protagonisti di un affaire legato a scommesse sul risultato. La garà finì con un clamoroso Torino­-Crotone 1- 2 che costrinse l'allora tecnico Colantuono ­a lasciare la panchina granata e soprattuto a disertare la conferenza stampa per un "diplomatico mal di testa".


La vittoria dei calabresi si concretizzò nel primo tempo, con due svarioni della difesa granata, che causarono le reti di Petrilli e Bonvissuto. Il primo (e per ora unico) indizio di presunta "combine" è stata l'enorme mole di scommesse sul risultato esatto, con la vittoria dei calabresi per 1- 2 pa­gata dai bookmakers addirittu­ra 20 a 1 e con il 2 fisso dato a 8.

(dal sito http://www.sportlive.it/calcio/video-torino-crotone-1-2-presunta-combine-calcio-scommesse.html)

8/02/2010 - GALLIPOLI - GROSSETO 2-2 (Serie B - Italia)

- Il vulcanico salento -


Ecco uno degli ultimi casi in cui si è ipotizzata la possibilità di una combine nella deteminazione del risultato finale di una partita calcio.

Secondo informazioni raccolte da Agipronews, il gioco si è concentrato sulle tipologie di scommesse ’risultato esatto’ e ’risultato finale’. Sono scattate subito le verifiche degli organismi di controllo e i monopoli di Stato hanno inviato la segnalazione agli organi competenti della Lega e della Figc: la procura federale ha immediatamente deciso di aprire un fascicolo.
Il match tra Gallipoli e Grosseto, ricorda Agipronews, era stato caratterizzato da una clamorosa protesta per il mancato pagamento degli stipendi e dalle burrascose dimissioni del tecnico Giuseppe Giannini, espulso durante la gara.

TROPPE GIOCATE SUL 2-2 — La partita è terminata 2-2, un risultato su cui, secondo i ’risk manager’ dei bookmaker italiani, le giocate "sono andate ben oltre un normale flusso, anche se il giro di danaro non è stato tale da costringerci a chiudere le scommesse sulla partita". I principali marchi del betting italiano, in ogni caso, hanno scelto strategie diverse per difendersi dalle puntate anomale: alcuni hanno abbassato la quota sul 2-2 finale (scesa dal 10 contro 1 al 6 contro 1), altri hanno limitato le puntate massime a pochi euro, altri ancora - evidentemente più esposti - hanno sospeso tutte le scommesse sui risultati esatti. "Le giocate sulla partita - ha confermato il responsabile del trading di un notissimo bookmaker italiano - sono state certamente anomale e per questo sarebbe il caso che l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato sospendesse la refertazione del risultato o che, almeno, rinviasse ogni decisione al momento in cui gli organi calcistici competenti stabiliranno cosa davvero è successo in Gallipoli-Grosseto. Si tratta di un caso sporadico, ma molto preoccupante perché avvenuto a metà stagione".

(dal sito: http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieB/09-02-2010/anomalie-gallipoli-grosseto-602934633051.shtml)

CALCIO MAFIA - Declan Hill

- La partenza -


Tutto parte dalla lettura di un libro abilmente scritto da un giornalista inglese Declan Hill che ha deciso di mettere in gioco sè stesso e la propria incolumità per scavare nel sottosuolo di un ambiente così buio e enigmatico come quello delle scommesse calcistiche.
La sua esplorazione attraverso vari continenti, il suo intrecciare avvenimenti apparentemente slegati fra loro, ma che avrebbero avuto poi un comune denominatore, fa uscire allo scoperto un mondo che ci pare lontano, che crediamo non riguardarci e che coinvolga solo gente sbandata in qualche angolo buio di un vicolo e che invece riguarda una fetta di professionisti del calcio, atleti o arbitri o dirigenti che siano, magari insospettabili agli occhi dei più.





DI STEFANO PIAZZA
Il Manifesto

Annunciato dalla rete come una sorta di anticristo del dio pallone, il libro Calcio Mafia (Rizzoli, 350 pg, • 18,50) dell'inglese Declan Hill è un ottimo lavoro di ricerca e investigazione sul losco mondo delle scommesse che gravita attorno al calcio. Forse, però, non la bomba che molti temevano. Hill è un giornalista investigativo non nuovo alle inchieste ad alto rischio: per la televisione canadese ha realizzato documentari in Kosovo e in Iraq e ha lavorato nelle zone più calde di Kurdistan, Bolivia, India, Turchia e Messico. Anchorman di Cbc e Bbc, insegna a Oxford e ha raccolto numerosi premi, tra i quali l'Amnesty International Best Human Rights Documentary.

L'uscita del libro ha fatto un po' di rumore ma neanche troppo se si considera che una delle ipotesi sostenute da Hill è che la Mafia asiatica abbia manipolato alcune partite dei Mondiali del 2006 per lucrare sul grande business delle scommesse, un giro d'affari che tra puntate legali e clandestine muove fino a 450 miliardi di dollari all'anno. Sotto accusa ci sono le seguenti gare: Italia-Ghana, Inghilterra-Ecuador, Brasile-Ghana, Italia-Ucraina.

Secondo Hill, alcuni giocatori avrebbero accettato denaro per perdere partite comunque scontate nel pronostico dando garanzie ben precise sullo scarto di gol finale, permettendo vincite molto remunerative.

L'invasione della mafia asiatica, partita dal quadrilatero d'oro Kuala Lumpur, Bangkok, Taiwan, Jakarta e paragonata a quella delle locuste, sarebbe inarrestabile. Dall'estremo oriente al resto del pianeta. Questo il risultato di anni di indagini sotto copertura tra i peggiori criminali del mondo. Dalla seconda categoria malese di cricket alla finale della Coppa del Mondo di calcio, non esisterebbe una sola gara, di nessuna disciplina, in nessun paese, al sicuro dalle trame del racket delle scommesse clandestine. La Bundesliga tedesca è un altro esempio del potere dei maneggioni orientali: il protagonista, qui, è un certo Bee Wah Um, malese, condannato dal tribunale di Francoforte a due anni e mezzo di carcere per aver manipolato dieci incontri in Germania e in Austria. Il 26 novembre 2005 puntò 2,8 milioni di euro sulla sconfitta del Kaiserslautern contro l'Hannover: finì 5-1 e lui incassò 2,2 milioni. Uscito di prigione in libertà vigilata, si è dato alla macchia e probabilmente è ancora lì che organizza puntate mirabolanti. Tifoso dell'Arsenal da quando aveva sei anni, Hill dice di amare ancora il calcio ma di non credere più a quello che vede. Ogni volta che guarda una partita, la prima cosa che si chiede è se sia stata aggiustata.

Le sue rivelazioni hanno fatto discutere. Può spiegarci come si manipolano le partite di un mondiale?

Nel maggio del 2006, ebbi modo di assistere a una strana riunione in un Kentucky Fried Chicken di Bangkok. Vi presero parte quattro persone: un thailandese ben conosciuto nel mondo delle scommesse, due cinesi e un uomo di colore, alto e atletico. Parlarono dei mondiali che sarebbero cominciati pochi giorni dopo e di alcune partite da aggiustare. Parlarono del Ghana, in particolar modo. Avevano un contatto con gli africani. Ogni giocatore, dissero, avrebbe guadagnato trentamila dollari collaborando con loro. Secondo le mie fonti i ghanesi coinvolti sarebbero poi stati otto. In ballo c'erano i risultati di alcune gare che i mafiosi conoscevano in anticipo. Truffe difficili da individuare: si corrompe la squadra più debole perché perda in modo più netto e nessuno si stupirà del risultato. Nel libro c'è una mia intervista al capitano del Ghana, Stephen Appiah, che nega di aver ricevuto denaro ma ammette di essere stato contattato da mediatori asiatici durante il ritiro tedesco. Tempo dopo, in Africa, individuai l'uomo di colore che avevo visto alla riunione di Bangkok, quello che i mafiosi avevano indicato come loro intermediario: era l'allenatore dell'Under 17 ghanese, Abukari Damba, che ha confermato di aver frequentato il ritiro della sua nazionale in Germania e che lì un faccendiere orientale avrebbe avvicinato la squadra proponendo di perdere una partita (ma in un'inetrvista al quotidiano Bild , Damba ha liquidato il libro di Hill come «una menzogna» e ha minacciato di adire le vie legali, ndr).

Tra le partite sospette lei indica ItaliaGhana e Italia-Ucraina: in entrambe gli azzurri vinsero con almeno due gol di scarto (2-0 la prima, 3-0 la seconda) come le avevano pronosticato i quattro di Bangkok. Però furono partite combattute, l'Ucraina colpì due legni e Zambrotta salvò un gol sulla linea...

Attenzione, su internet c'è stato troppo sensazionalismo attorno a queste anticipazioni. Quello che ho detto è che chi organizzava le scommesse sapeva in anticipo il risultato di alcune partite e me lo aveva comunicato. Guardai in tv Italia-Ghana e pensai che pur giocando bene, gli africani sembrava proprio non volessero segnare. Stessa cosa accadde in occasione di Brasile-Ghana finita 3-0. Potrebbe anche trattarsi di semplici coincidenze ma direi che è un'ottima opportunità per indagare a fondo.

In Italia abbiamo una certa dimestichezza con gli scandali: il calcio-scommesse nei primi anni ottanta, il Napoli di Maradona e la Camorra, Moggi e Calciopoli. Crede ci sia un legame con le mafie asiatiche?

Io mi sono concentrato su di loro, quella italiana non la conosco abbastanza bene. Dopo ave devastato le finanze e la credibilità di diversi campionati locali, da Singapore a Hong Kong, alla Malesia, gli scommettitori orientali si sono globalizzati, allargando la propria influenza ai campionati europei. Non escludo rapporti con Mafia e Camorra ma non ho certezze.

Le sue scoperte non sembrano aver smosso più di tanto il mondo del calcio. Eppure, potenzialmente, sono un terremoto.

Credo che il problema principale sia la paura che quasi tutti hanno quando si parla di corruzione nello sport. Nessuno vuole mai crederci davvero. Io non dico che sia tutto un imbroglio ma che lo sport oggi corre un enorme pericolo. E di sicuro non aiuta l'atteggiamento della maggior parte degli addetti ai lavori, di solito divisi a metà tra chi pensa che la corruzione sia una favola e chi, al contrario, è convinto che sia tutto marcio. In realtà, il problema esiste, è ancora circoscritto, ma esiste. Ed è lì che bisognerebbe colpire, per salvaguardare lo sport.

Si riferisce alla Fifa?

Mi piacerebbe che la Fifa e la Uefa costituissero delle apposite sezioni preposte alla lotta contro il fenomeno delle scommesse. In collaborazione con la polizia. E' l'unico modo per ottenere davvero qualcosa.

Eppure l'anno scorso l'Uefa chiuse un'inchiesta interna stabilendo che la mafia delle scommesse non rappresentava una minaccia per il calcio europeo. Lei sostiene invece che sia molto facile comprare giocatori o squadre di seconda fascia nei turni preliminari della Champions League.

Molti funzionari Uefa con cui ho parlato sanno di avere a che fare con qualcosa di letale per il calcio. Anche perché internet ha moltiplicato i fattori di rischio: nel bene e nel male, attraverso le scommesse la rete potrebbe rivoluzionare l'industria del calcio, come ha fatto con quella della musica.

Non è che tra i vertici del calcio mondiale c'è qualcuno «troppo vicino» agli interessi degli scommettitori asiatici?

No, credo che il problema sia una totale ignoranza della realtà. Non sono corrotti, solo non sanno cosa gli stia capitando intorno. In questo senso, il mio libro toglie loro ogni possibile alibi: adesso devono sapere per forza.

Fonte: http://www.ilmanifesto.it
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07.09.2008
 
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